Chemioterapia, alcune importanti informazioni
Le statistiche ufficiali del 2018 indicano che ogni giorno in Italia si diagnosticano più di 1.000 nuovi casi di cancro.
Si stima, infatti, che nel nostro Paese vi siano nel corso dell'anno circa 373.300 nuove diagnosi di tumore, di cui il 52% fra gli uomini e il 48% fra le donne.
Considerando l'intera popolazione, escludendo i carcinomi della cute, i tumori in assoluto più frequenti sono quelli del colon retto (13,7 per cento) e della mammella (14,1 per cento), seguiti da quello del polmone (11,1 per cento) e da quello della prostata (9,5 per cento solo nel sesso maschile).
La sopravvivenza è fortemente influenzata da due elementi: la diagnosi precoce e la terapia. La diagnosi precoce è quella che i pazienti ricevono grazie ai programmi nazionali di screening per il tumore della mammella, del colon-retto e della cervice uterina.
Parallelamente gli sviluppi delle terapie oncologiche stanno contribuendo ad aumentare la sopravvivenza.
Terapia oncologica: la chemioterapia
I farmaci chemioterapici per le neoplasie interferiscono con i meccanismi di replicazione delle cellule, impedendo la loro moltiplicazione. Il trattamento chemioterapico per i tumori è un trattamento "sistemico" ossia il farmaco somministrato si distribuisce in tutto l’organismo e non solo esclusivamente nell’organo o nelle parti malate, agendo non solo sulle cellule tumorali, ma anche su quelle sane, specialmente in attiva replicazione.
L’uccisione delle cellule sane è alla base dei principali effetti collaterali di tali trattamenti (stanchezza, disturbi digestivi come nausea e vomito, infiammazione e ulcere in bocca, alterazione del gusto, perdita di appetito, diarrea o stipsi, infezioni, anemia, caduta dei capelli, dei peli, di ciglia e sopracciglia, conseguenze su sessualità e fertilità).
La scelta di un trattamento chemioterapico dipende dal tipo di tumore, sede, diffusione, grado di alterazione delle cellule, stadio della malattia, condizioni generali del paziente etc.
Effetto collaterale della caduta dei capelli: a livello psicologico per la buona riuscita della terapia è essenziale contrastarla
Molti farmaci impiegati per la chemioterapia provocano come effetto collaterale la perdita totale o parziale di peli e/o capelli. Solitamente si tratta di una situazione reversibile, ma a livello emotivo e psicologico contrastare questo fenomeno può risultare anche molto importante nel contribuire all'efficacia della cura.
Con l'utilizzo di farmaci come Doxorubicin, Epirubicina (la cosiddetta chemio rossa), Docetaxel, Cyclophosphamide, Cisplatin, Belomycin, Fluorouracil, Methotrexate, Vincristine, Placlitaxel, impiegati in particolare per il tumore al seno, all'utero, all'ovaio, ed anche altri, impiegati per alcune forme di leucemie, il fenomeno è molto evidente.
La spiegazione della caduta dei capelli, detto in parole molto semplici, è che i farmaci antitumorali attaccano le cellule che più rapidamente si riproducono, poiché questa è una caratteristica tipica delle cellule tumorali, ma anche delle cellule che formano i peli e capelli, che si rigenerano continuamente.
Allo stato attuale della ricerca ancora non è stato trovata una soluzione definitiva.
Ci sono tuttavia molti studi scientifici che testimoniano che, agendo a livello locale mediante raffreddamento del cuoio capelluto, si rallenta o si arresta la caduta dei capelli perchè il freddo rallenta la circolazione sanguigna della zona della testa, e quindi l’arrivo delle molecole del farmaco chemioterapico.
Per raffreddare il cuoio capelluto si utilizzano dei cosiddetti "copricapi per chemioterapia" o "cappelli per chemiterapia" opportunamente raffreddati.
L'azione refrigerante del copricapo chemio o cuffia ipotermica diminuisce la temperatura del cuoio capelluto in modo omogeneo, agendo da vasocostrittore e preservando il bulbo pilifero in modo da evitare la caduta dei capelli.
Copricapo chemioterapia Lydda Wear: cosa dicono i numeri
Lydda Wear ha messo a punto uno speciale prodotto semplicissimo da utilizzare, che si adatta perfettamente ad ogni tipo di testa e la cui durata è nettamente superiore a quella di altri cappelli per chemioterapia. Citiamo testualmente le conclusioni di una pubblicazione che potrete leggere integralmente a questo link.
“La cuffia refrigerata per chemioterapia Lydda Wear ha un potere di raffreddamento e una durata molto superiore agli altri prodotti refrigeranti presenti in commercio, circa il 50% in più!!”.
Gli studi medico-scientifici che potrete trovare linkati in questa pagina, indicano che l'indice di successo della cuffia contro la caduta dei capelli durante la chemioterapia è del 78%.